Sta riscuotendo grande successo la scuola dei portieri targata Latina Calcio Women, targata Enrico Barbini. L’organizzazione della Scuola Portieri della Latina Calcio Women parte dalla necessità di creare le migliori condizioni ambientali, strumentali alla crescita psicofisica per il giovane portiere passando attraverso un percorso che sta coinvolgendo tutti i ruoli societari, da quelli più strettamente tecnici a quelli più genericamente manageriali. In tale scenario il gruppo delle 8 giocatrici (GAIA TRINCA , FLORINDA NATALIZI, RACHELE GASPARETTO, GIULIA ZOMPARELLI, REBECCA PACINI, GIULIA MARANGON, GINEVRA D’ADDIA, DEBORA FICARA) allenate e coordinate dal tecnico federale Mr Enrico Barbini, stanno dimostrando una costante crescita – tecnico, tattica, atletica e mentale – sia in allenamento che in partita. L’obiettivo didattico oltre che tecnico è psicologico in quanto In Italia la cultura dell’errore del Portiere è profondamente diversa rispetto ad altri contesti calcistici. Il portiere deve essere già bravissimo a gestire quelli che può commettere “normalmente” e a questo deve ormai aggiungere fin da piccolo una elaborazione di altri dati, legati al gioco podalico, che sono numerosi e complessi: il margine d’errore quindi aumenta in modo esponenziale e con esso il peso che un possibile sbaglio può avere per compagni, staff, tifosi, addetti ai lavori. Per compensare tutto questo allora il portiere tende a rischiare meno. E di conseguenza a non esprimere tutte le sue potenzialità. La tecnica è fondamentale nel gesto della parata, sia essa di facile esecuzione o di esecuzione complessa: un bravo portiere deve sapere come ricevere la palla per evitare che essa passi la linea bianca della porta e gli avversarsi segnino un goal. La parata deve essere semplice e il meno pericolosa possibile ed è per questa ragione che Mr Barbini affronta e allena questo aspetto durante ogni sessione.

Il secondo aspetto che viene allenato è quello tattico. Naturalmente questo è un aspetto che varia molto dall’età dell’atleta, ma in generale si può dire che ogni aspirante portiere deve essere in grado di leggere e interpretare le mosse degli avversari, essere ben posizionato tra i pali nel momento del tiro e avere la capacità di costruire un buon gioco con il calcio di rinvio. Il gruppo portieri è così in grado di lavorare su tutti questi elementi e crescere al fine di sviluppare un giocatore che non utilizza solo il proprio corpo, ma anche la propria intelligenza e le proprie intuizioni.

Infine, ultimo, ma non ultimo l’aspetto psicologico. La figura del portiere è essenzialmente votata al protagonismo, si nota non solo per come è vestito, ma anche per la sua posizione in campo: sempre solo, posto come ultimo ostacolo agli attacchi avversari. Questo, unito al ruolo delicato che ricopre, fa si che il portiere debba avere particolari attitudini caratteriali e psicologiche, quali la determinazione, l’equilibrio e il sangue freddo. Deve inoltre mantenere un livello di attenzione elevatissimo per tutta la partita ed evitare di cadere nello sconforto qualora si dovesse verificare un errore. Bisogna infatti che un portiere sia sempre in grado di recuperare la propria autostima e non vivere un goal come una sconfitta personale.

Ultimo aspetto importante per il portiere è il coraggio, essendo frequentemente chiamato a interventi acrobatici ed a scontri con avversari lanciati a rete. Proprio queste valutazioni e dalla necessità di una costante crescita TECNICA e di pari passo TATTICA sono alla base del lavoro svolto settimanalmente da MR Barbini e dal gruppo di giovani “portiere” L’intera filiera di squadre, “messe in campo” dalla Società, UNDER 12, UNDER 15, UNDER 17, ECCELLENZA, impegnate nei vari campionati, Coppa Lazio e Coppa Italia stanno ben figurando ed il passaggio di categoria dei portieri impegnati, che spesso giocano sotto età, dimostrano la qualità tecnica del grande lavoro svolto.

Ufficio Stampa

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