Il periodo temporale compreso tra il 25 Aprile ed il 2 Giugno è fiero ed impavido lo sventolio del tricolore.
Gli stessi colori, il verde , il bianco ed il rosso , i quali fanno da sfondo a questo VHS ormai caratterizzato da toni sbiaditi, ma nel quale vibrano emozioni eterne.
È la stagione calcistica 1989/1990 quella che fa da anticamera ai meravigliosi campionati mondiali delle notti magiche.
A Novembre cadeva il muro di Berlino, a Gennaio, con la nascita della banca centrale europea, i primi passi verso il sogno chiamato Europa.
A Sanremo, e come non citarlo, vincono i POOH con “Uomini Soli”.
Soli al comando, tornando al calcio, terminano i giocatori del Napoli, secondo titolo per loro, mentre in Europa quattro squadre italiane si stanno contendendo le tre maggiori competizioni europee.
Tre❓❓❓eh si esisteva ancora la Coppa delle Coppe , la quale era giocata da tutte le squadre che vincevano la coppa di lega.
La Sampdoria del duo Vialli/Mancini la prese sul serio ed andò a vincerla contro l’Anderlecht di Capitan Grun e di un giovane Lulu Olivera.
In coppa UEFA abbinamenti terribili segnavano il cammino della Juventus e della Fiorentina fino alla finale, il Napoli uscì agli ottavi.
Semifinale teutonica, in una doppia sfida Italia e Germania che vede prevalere i bianconeri di Dino Zoff e i viola di Ciccio Graziani ( due campioni del mondo e due grandi amici ).
Alla fine quella splendida coppa, ora chiamata EUROPA LEAGUE, fu alzata dalla Juventus di capitan Tacconi, e per farvi capire il livello di cui sto narrando, secondo portiere ad Italia 90.
Ma anche le orecchie sapevamo ancora tirare, ed il Milan, quel Milan, della cantilena Galli, Tassotti, Costacurta, Baresi e Maldini, passando anche questa volta per Madrid agli ottavi e soffrendo, non poco in semifinale con il Bayern di Strunz, andava ad alzare la coppa più ambita.
Vienna 23 Maggio 1990 l’olandese Rijkaard suggellava, non solo la forza della squadra da lì a poco denominata del secolo, ma la potenza del calcio italiano.
Quattro squadre, trenta giocatori, trenta giocatori tutti italiani in campo, strade invase di bambini e di palloni, le notti magiche che non ci avrebbero mai visto sconfitti, se non ai rigori al San Paolo e contro l’Argentina di Maradona. Non sarà rosa come il nastro di Battisti, ma quel nastro ha il colore di una nazione che non c’è più o forse non vuole più sognare.
Di Enrico Ceccano
Fonte foto Wikipedia