L’Anzio Calcio 1924 comunica di aver raggiunto l’accordo per il trasferimento in maglia biancoblù di Salif Pape Cisse, punta centrale di origini senegalesi, con passaporto francese. Il roccioso attaccante classe’96 ha scelto Anzio dopo un percorso di tutto rispetto, che lo ha visto collezionare ben quattro campionati vinti, due in Eccellenza, con la Scanzorosciate e il Brusaporto e due in serie D (un successo in questa categoria è arrivato all’estero in Svizzera con la maglia del Paradiso, club nei meandri di Lugano) oltre alla conquista della Coppa Italia di Eccellenza, ottenuta nell’ultima stagione con la maglia del Salsomaggiore. Salif, meglio noto come Kevin, ha dalla sua una formazione di alto livello con le giovanili dell’Atalanta, oltre a due esperienze di prestigio in Lega Pro vestendo le maglie di Albinoleffe e Akragas. Un curriculum invidiabile per il centravanti senegalese, che nel corso delle sue esperienze ha mantenuto un’ottima media realizzativa andando sempre in doppia cifra, anche se come caratteristiche Cisse incarna perfettamente il prototipo del calciatore moderno, abile anche a spaziare su tutto il fronte offensivo e a dialogare con i compagni palla a terra. Per l’Anzio si tratta di un rinforzo di lusso che andrà ad arricchire il reparto offensivo, ma la percezione positiva riguarda anche il carattere del ragazzo, apparso molto equilibrato e convinto di aver abbracciato la causa anziate.
-Kevin, in primis benvenuto ad Anzio. Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto a scegliere questa piazza dopo molti anni trascorsi nel Nord Italia?
“Si è trattata di una mia volontà precisa, perché dopo molti anni trascorsi in club del Nord ho sentito l’esigenza di cambiare aria. Volevo spostarmi vicino Roma e non ho quindi esitato ad accettare l’offerta del ds Guido Zenga, persona molto corretta e dalle idee chiare. Nella trattativa ho preso l’iniziativa in prima persona perché avevo la volontà di affrontare questa nuova avventura nel calcio laziale, nonostante avessi ricevuto molte offerte da altri club. Peraltro, ho avuto la percezione che ad Anzio ci sia un progetto ambizioso, quindi un motivo in più per cogliere la palla al balzo”
-I tifosi sono curiosi di conoscere le tue caratteristiche di gioco. Che tipo di attaccante sei?
“Non sono mai stato un attaccante statico. Ho sempre amato spaziare su tutto il fronte offensivo, dialogando anche con i compagni e adattandomi a fare la seconda punta e il trequartista. Di certo non mi mancano le caratteristiche fisiche per fare a sportellate con i difensori avversari, fa parte del mio dna calcistico duellare con il fisico. Nel corso della mia carriera ho comunque sempre mantenuto un’ottima media realizzativa, andando sempre in doppia cifra. Nell’ultima esperienza a Salsomaggiore in appena dodici gare sono riuscito a siglare otto reti e servire ben dieci assist riuscendo anche a conquistare la Coppa Italia. Ho vinto ben quattro campionati riuscendo anche a vivere due esperienze in Lega Pro con le maglie dell’Albinoleffe e dell’Akragas”.
-Nei tuoi anni in giro per l’Italia purtroppo hai conosciuto da vicino la piaga del razzismo. Come ti sei posto dinanzi a questo enorme problema culturale? “Ormai sono arrivato a un punto di equilibrio, con la consapevolezza che il razzismo è una piaga presente ovunque e difficile da debellare. Nei primi anni di carriera l’ho vissuta con più difficoltà reagendo a volte in modo brusco. Nel corso degli anni con la maturazione e l’esperienza in club professionistici dove puoi contare anche sul sostegno del mental coach, ho imparato a gestire l’emotività e a isolarmi. In campo spesso ricevo provocazioni, così come dagli spalti, ma questo ormai mi carica perché capisco che gli avversari mi temono. In fondo il razzismo è proprio questo, ignoranza e paura di qualcosa che non conosci”.