Un giorno che è entrato nella storia della scherma il 30 luglio scorso, quando al Grand Palais Alberta Santuccio ha tirato la stoccata vincente e fatto ammutolire il pubblico di casa facendo diventare il quartetto azzurro il primo a conquistare il titolo olimpico nella spada. Oggi a Trento si è parlato di questa impresa e delle esperienze agonistiche e personali dei protagonisti. Il racconto è partito proprio dalla stoccata che ha decretato la vittoria. Alberta Santuccio, in collegamento, ha spiegato come si è preparata ad affrontare l’avversaria, ha parlato anche del lavoro preparatorio fatto con tutta la squadra. L’atleta ha spaziato inoltre dallo sportivo al personale ricordando anche i parenti che hanno seguito la sua impresa.

Rossella Fiamingo ha parlato della giornata che ha portato alla grande vittoria di squadra mentre il suo compagno, il nuotatore Gregorio Paltrinieri, vinceva il bronzo. Ha ripercorso la sua carriera professionale a partire dalle scelte fondamentali e dagli spostamenti che ha dovuto fare per seguire la sua passione. Giulia Rizzi ha raccontato l’importanza di tornare il Francia, dove aveva vissuto e si era allenata, alle Olimpiadi. La medaglia ottenuta per lei ha un doppio valore, ha detto. Anche lei ha raccontato come si è avvicinata allo sport e alla scherma che è anche una palestra di valori e di autocontrollo. Mara Navarria, è stato sottolineato, ha dimostrato che si può essere mamma e atleta di livello internazionale. Ci sono stati periodi complicati, ha detto parlando della sua esperienza, ma la rete sociale è lo strumento più importante per coniugare l’impegno sportivo con l’essere genitore. Ha evidenziato come la scherma sia cambiata nel mondo, con nazioni che ora hanno iniziato a praticarla e attualmente con una maggiore mobilità di atleti e allenatori.

A Filippo Macchi è stato chiesto di tornare sulla finale nel fioretto che lo ha visto conquistare la medaglia d’argento individuale in Francia. Fa male, ha detto, dopo tanto impegno, arrivare vicini alla medaglia d’oro e non raggiungerla. E l’intervista non poteva non riguardare anche le decisioni arbitrali che sono state adottate in quella finale e le polemiche che ne sono derivate. A questi campioni il pubblico in sala ha tributato un grande, meritato, applauso.

FOTO Daniele Paternoster – Archivio Ufficio Stampa PAT

Ufficio Stampa PAT

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui