Editoriale

Violenza nel calcio: in campo e sugli spalti, il gioco è finito?

Violenza nel calcio: in campo e sugli spalti, il gioco è finito?

Gli episodi di violenza nel calcio giovanile stanno diventando un allarme sempre più grave, un fenomeno che va ben oltre il campo da gioco e che coinvolge non solo i ragazzi, ma anche e soprattutto i genitori. Da Itri a Chioggia, da Vigonovo fino all’Under 17 in Sicilia, la cronaca continua a restituirci immagini di aggressioni fisiche e verbali, di risse sugli spalti e in campo, di un clima avvelenato che rischia di compromettere il senso stesso dello sport.

La recente aggressione subita da un giocatore del Latina, così come i fatti di Chioggia, dove un arbitro è stato minacciato pesantemente da alcuni tifosi, dimostrano come il problema non sia circoscritto a una singola area geografica o a una categoria specifica. Lo sport giovanile dovrebbe essere un momento di crescita e divertimento, un’occasione per imparare il rispetto delle regole e dell’avversario. Eppure, sempre più spesso, il calcio diventa un’arena di scontri, esasperata da adulti che, invece di essere esempi di fair play, si trasformano in istigatori di tensione e violenza.

L’episodio di Vigonovo è emblematico: un match tra ragazzi si è trasformato in una rissa sugli spalti tra genitori, con intervento delle forze dell’ordine per sedare gli animi. Ma il punto più basso si è toccato in Sicilia, dove nella gara tra Russo Sebastiano Calcio Riposto e Pedara un arbitro è stato preso a botte in campo, rendendo necessario l’intervento dei carabinieri. Segno di un malessere profondo che non può più essere ignorato.

Cosa sta accadendo? La passione per il calcio si sta trasformando in ossessione, con genitori che vedono nei loro figli dei campioni incompresi, pronti a scagliarsi contro arbitri, allenatori e persino altri genitori. Il concetto di sport come competizione sana sembra aver lasciato spazio a un’idea distorta, in cui vincere è l’unico obiettivo e ogni ostacolo viene vissuto come un’ingiustizia intollerabile.

È tempo di reagire con misure concrete: servono sanzioni esemplari per chi si rende protagonista di episodi violenti, un’educazione sportiva che parta dalle scuole e coinvolga anche le famiglie, e un impegno costante da parte delle società per prevenire e reprimere atteggiamenti scorretti. Il calcio giovanile può e deve tornare a essere un’esperienza positiva, ma per farlo serve un cambiamento culturale profondo che coinvolga tutti gli attori in gioco.

Se vogliamo salvare il futuro dello sport, dobbiamo cominciare dagli spalti.

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Fabio Fanelli

Appassionato di sport e comunicazione, dirigo BrokerSport con l’obiettivo di raccontare il mondo sportivo con professionalità e passione. Grazie a un’esperienza consolidata nel settore e una visione strategica, mi impegno a fornire contenuti di qualità che valorizzano le storie, i protagonisti e i valori dello sport.