
Fabio Capello, ospite del programma “Larmandillo” per la rete televisiva svizzera Rsi , ha raccontato, tra aneddoti e retroscena, varie situazioni dal calcio odierno a quello del passato.
Una delle ultime esperienze in panchina di Capello è stata alla guida della nazionale della Russia: “Era una squadra modesta, non aveva niente di veramente grande. Facemmo una bella qualificazione finendo davanti al Portogallo. Arrivammo in Brasile abbastanza bene, ero convinto di avere un portiere davvero bravo, ma alla fine due suoi regali ci condannarono.”
Sulla situazione critica attuale della Juventus, fresca dell’esonero dell’ormai ex-allenatore Thiago Motta,si è espresso duramente :”Pensate sia tutta colpa di Thiago Motta? E il direttore sportivo? Giuntoli ha portato avanti un mercato da protagonista, spendendo oltre 200 milioni per rivoluzionare la squadra, ma il rendimento dei bianconeri non si è rivelato all’altezza delle aspettative (e dei soldi investiti).Ricordate quello che hanno fatto ad Allegri? – si è chiesto Fabio Capello – Mi sembra che ormai il problema – ha poi aggiunto – sia nella società”.
Sulla “Vecchia signora” Capello ha ricordato invece quella che era la squadra nel passato :”La mia Juventus era una squadra costruita per vincere, molto forte. Sbagliammo la partita contro l’Arsenal, nel quarto di finale di Champions League, che ci eliminò, ma giocammo molto male. Eravamo bloccati. Era una partita aperta”
Oltre alla squadra di Torino si è parlato anche di un’altra sua ex-squadra,il Milan che non sta vivendo un periodo facile:”In casa rossonera si partiva da nomi che fino a poco tempo fa erano considerati delle certezze. Maignan, Theo Hernandez, Leao, tutta gente che al Milan non è arrivata ieri e che in rossonero ha vinto uno scudetto: avrebbero dovuto tirare il gruppo e aiutare il proprio tecnico — Fonseca prima e Conceiçao poi — a plasmare la squadra, invece non solo non hanno preso in mano la situazione, ma hanno vissuto i loro peggiori momenti proprio in questa annata. È probabile che su tutti e tre ci sia stato un errore di valutazione: si pensava che fossero dei leader ma non lo sono. Ibrahimovic? non è un dirigente ma un advisor della proprietà, eppure tempo fa ha detto che il boss è lui e che comanda lui. Tuttavia, le gerarchie nella scelta del nuovo ds sembrano andare in un’altra direzione, con l’ad Furlani in prima fila. Persino i tifosi sono in confusione, non sanno a chi dare davvero la colpa per una stagione che rischia seriamente di chiudersi senza un posto nella Champions che verrà.”