
Sembrava non essere al centro dell’attenzione in quest’ultima settimana il numero 10 del Milan, probabilmente oscurato dal cambio della guida tecnica rossonera affidata al connazionale Sergio Conceição oppure dall’exploit del giovane Jimenez che si è fatto trovare pronto a sostituire il talento portoghese.
Il nulla anche da parte della regia internazionale che non lo inquadra mai nel corso del primo tempo della finale di Supercoppa Italiana.
Nemmeno un cenno, a quello sguardo a cui siamo abituati quando le cose sembrano andare male, cercando colui che viene indicato come caprio-espiatorio dato le prestazioni altalenanti.
Poi però l’Inter raddoppia ad inizio della ripresa e l’allenatore del Milan tenta la mossa disperata di fare entrare Leão.
Rafa entra con lo spirito di chi crede di poter caricare la squadra sulle spalle onorando il numero della “responsabilità”.
Pronti-via, serpentina da metà campo, prima incursione e viene steso al limite dell’area di rigore avversaria; calcio di punizione battuto dal compagno Theo Hernandez che accorcia le distanze.
Rafa illumina, gioca diversamente, non pensa a ricevere palla sull’esterno ma prova a dare una spinta in più attraversando la zona centrale del campo.
Dribbling, No Look ed il giocatore più brillante della squadra sembra rievocare un brasiliano che il derby della madonnina lo decise qualche anno fa su assist di Kakà: Ronaldinho.
Poi un battibecco con Barella, cose a cui non siamo abituati a vedere, il classico atteggiamento che data la foga agonistica cerca in tutti modi di non perdere tempo,dando anche qualche spintone all’occorrenza.
Rincorre,suda,lotta!Azioni che spesso anche la Curva Sud sembrava rimproverargli.
La preoccupazione nerazzurra inizia a farsi notare.
L’Inter non avanza più di tanto per paura delle ripartenze del portoghese, diventando minuto dopo minuto l’incubo di Bisseck.
Rafa è un continuo avanti-indietro senza aspettare sulla linea di centrocampo ma aiuta costantemente Theo nella copertura.
Poi l’ennesima magia saltando l’avversario fino ad arrivare a tu per tu con Sommer, mettendolo praticamente a terra per poi servire Reijnders che verrà fermato dal volto di Bastoni che tiene in vantaggio l’Inter.
Intervento però che risulterà vano poi, per il tiro di Pulisic che pareggia i conti dopo l’Asse Maignan-Leao-Theo che in tre tocchi mandano l’americano in rete.
Leão prova ad accendersi ancora, sotto gli occhi di Stefano Pioli in tribuna, quando il tempo sembra condannare Milan ed Inter direttamente ai calci di rigore per decidere chi alzerà la Supercoppa.
La tabella luminosa indica però cinque minuti di recupero, i rossoneri non si accontentano e vogliono provare a vincere; taglio di Leao dimenticato da Asllani, Pulisic lo vede e lo serve; palla al centro e con un tap-in imbuca per Abraham che segna la rimonta del Milan!
Esce come meglio non si può dal punto di vista negativo la squadra rossonera che vince il secondo derby di fila decidendo la gara sempre nell’extra-time.
Impresa incredibile, tutta cuore, grinta e volontà targata Rafael Leão.
“Volevo tanto giocare, sono contento di aver aiutato la squadra. Con Conceiçao una nuova energia. Quando sei in questo club devi sempre dare il massimo ed è quello che penso del mister.” Le parole del portoghese al termine del match.
Foto PianetaMilan