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Il viaggio nella mente del nuotatore: Corpolongo si racconta

Il viaggio nella mente del nuotatore: Corpolongo si racconta

Il ritorno dal Portogallo ha il sapore del trionfo per Edoardo Corpolongo, fresco campione italiano di fondo sulla distanza dei 2.5 km. Una vittoria che lo ha proiettato tra i migliori giovani talenti del nuoto italiano, conquistando la convocazione agli Europei giovanili disputati proprio nelle acque oceaniche del Paese lusitano. Un’esperienza indimenticabile che conferma il valore e il potenziale di un ragazzo che ha fatto della determinazione la sua bandiera.
«La mia passione per il nuoto è nata a quattro anni, grazie ai miei genitori», racconta Edoardo. «Volevano semplicemente che imparassi a nuotare, anche per la grande passione che mio padre ha sempre avuto per il mare. All’inizio mi divertivo, ma quando è arrivato il momento della scuola nuoto… piangevo!Non ne avevo voglia:però i miei genitori hanno insistito ed oggi posso dire che quella scelta ha cambiato la mia vita».
Le prime bracciate a Fondi, sotto la guida di istruttori esperti, seguite da una pausa a sette anni per dedicarsi alla pallavolo. Ma l’amore per l’acqua era solo sopito, mai sparito. «Dopo due anni, ho deciso di tornare e mi sono iscritto al centro sportivo XXV Ponti. Sono stato subito selezionato per l’agonistica e da lì è iniziato il mio vero percorso».
Il primo allenatore è stato Marco, seguito da Stefano, che lo ha guidato per due stagioni ricche di soddisfazioni a livello regionale. Poi l’incontro decisivo con Filippo, attuale coach e figura fondamentale nella sua crescita: «Filippo non ha solo migliorato i miei allenamenti, ma mi ha sostenuto mentalmente nei momenti difficili. Ha sempre creduto in me, specialmente nelle gare in mare, dove sentivo di poter dare il meglio».
Al fianco di Edoardo anche un compagno speciale: Erasmo Valerio, atleta di valore nazionale con due titoli italiani e un argento assoluto. «Con lui ho un legame fortissimo, siamo come fratelli. Mi ha sempre aiutato nei momenti difficili e partecipare insieme al nostro primo Europeo è stata un’emozione indescrivibile».
Nel cuore di Edoardo, però, c’è anche un’icona ben precisa: Gregorio Paltrinieri, il più grande idolo.

«Ha vinto medaglie olimpiche, è un esempio per qualsiasi nuotatore. Magari un giorno riuscirò a diventare come lui. Partecipare alle Olimpiadi e magari vincere una medaglia, sarebbe il sogno più grande».

Ma i sogni passano attraverso il lavoro quotidiano. E la prossima tappa è già dietro l’angolo: il 18, 19 e 20 luglio Edoardo sarà impegnato nelle finali regionali in vasca, dove cercherà di strappare il pass per i Campionati Italiani, questa volta non in mare, ma tra le corsie della piscina.

Il supporto della famiglia è stato essenziale. «Mia madre è la mia colonna: ogni giorno mi accompagna agli allenamenti. Mio padre sostiene tutte le spese legate al mio percorso: fisioterapia, nutrizione, integrazione. Non mi hanno mai fatto sentire il peso di una sconfitta, né mi hanno messo pressione. Senza di loro, non sarei qui. Vedere la loro gioia al mio ritorno dagli Europei mi ha davvero riempito il cuore».

Dopo i due titoli regionali nella 5 km e nella 3 km, e il titolo italiano nella 2.5 km, Edoardo guarda avanti con concretezza e umiltà: «L’obiettivo è dare continuità a questo percorso internazionale. Migliorare anche in vasca? Forse, più avanti. Ora serve solo una cosa: testa bassa e lavorare».

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Michele Di Vozzo