Il dirigente biancazzurro lancia un duro j’accuse: “I giovani abbandonano per mancanza di stimoli e per le critiche che non sanno affrontare. Serve un progetto serio tra società, scuola e federazione”.
Di solito il lunedì è il giorno dei commenti sulla partita della domenica. Ma stavolta, dalle parti di Monte San Biagio, il campo lascia spazio a una riflessione più ampia e scomoda: lo stato del calcio giovanile italiano.
“Se si continua così non si va da nessuna parte – tuona il dg –. Sempre più ragazzi abbandonano lo sport per la mancanza di stimoli. Chi resta viene spesso sommerso da critiche alle quali non è abituato, e finisce per mollare. I giovani non sanno più cosa significhi sacrificio: vogliono tutto e subito. Manca un progetto serio tra società, scuola e federazione”.
Sul fronte delle prime squadre, il dg non risparmia critiche: “Il ritorno dei giovani in età di lega è poco funzionale. Molti, una volta fuori categoria, smettono del tutto. Le società spendono cifre importanti per accaparrarsi i migliori prospetti, senza avere un vero ritorno. A guadagnarci sono soltanto certi procuratori improvvisati che speculano sui ragazzi illudendoli di fare i loro interessi”.
Infine, uno sguardo al calcio professionistico: “Bisogna tornare indietro e mettere dei limiti agli stranieri in campo. Altrimenti le nostre nazionali non avranno futuro”.





